La storia dell'arte bellunese ha idealmente inizio con Simone da Cusighe. La sola opera databile sicuramente di questo maestro è un polittico oggi al museo della Cà d'oro (Venezia) un tempo sull'altare maggiore della chiesa di Col di Salce.
Simone da Cusighe
A Palazzo Fulcis si conservano invece un finto polittico rappresentante Sant'Antonio abate tra i santi Giovatà, Gottardo, Bartolomeo, e Antonio di Padova, più due pannelli recentemente acquisiti sul mercato antiquario, appartenenti a uno smembrato polittico e rappresentanti Santa Caterina d'Alessandria e San Giovanni Battista. I rimandi a una cultura di Gotico internazionale, cui pure Simone, con qualche tratto di ingenuità, si accostò, si rintracciano anche nella quattrocentesca produzione scultorea in città, ad esempio nelle sculture che ornavano le tre fontane principali di Belluno: il San Gioatà nacque per sormontare la fontana di Piazza Duomo, San Lucano per quella di piazza Mercato e Sant'Elena quella presso la chiesa di Santa Croce.
Il palazzo: l’ambiente, che doveva assolvere le funzioni di piccola alcova, è decorato con delicati motivi di stucco vegetale e leggere campiture azzurre