Dal 6 al 29 ottobre 2017
Nell'ambito della rassegna Oltre le Vette - metafore, uomini, luoghi della montagna
Dal 6 al 29 ottobre 2017
Nell'ambito della rassegna Oltre le Vette - metafore, uomini, luoghi della montagna
Nell'ambito della rassegna Oltre le Vette - metafore, uomini, luoghi della montagna, il Lapidarium di Palazzo Fulcis ospita 22 progettazioni alpine italiane, finaliste di un premio promosso dall'associazione Architetti Arco Alpino.
246 sono i progetti che hanno partecipato, mentre 22 sono i finalisti, individuati da una giuria d’eccezione composta da Bernardo Bader (Austria), Sebastiano Brandolini (Italia) e Quintus Miller (Svizzera), e 4 i vincitori per una mostra diffusa su tutto l’arco alpino. Questi i numeri salienti della rassegna voluta dall’associazione Architetti Arco Alpino, che raccoglie sotto le proprie insegne (AAA) ben 9 Ordini di Architetti (con 14.000 iscritti) che, da Cuneo a Udine, vedono nell’alta quota italiana un tratto comune, quotidiano, decisivo e perentorio dei propri territori.
Obiettivo dell’associazione – presieduta da Alberto Winterle – è la valorizzazione delle specificità di una progettazione culturalmente e morfologicamente sfidante e dar vita a percorsi condivisi di confronto, conoscenza, partecipazione. Come chiamare a raccolta gli architetti dell’arco alpino italiano, trovare temi comuni di dialogo, individuare le migliori soluzioni progettuali, valorizzare la buona architettura in quota?
Dando subito vita a un premio, meglio una rassegna, per mettere in luce realizzazioni sì attente al patrimonio morfologico, cultuale e identitario delle aree alpine, ma in grado di dare risposte dalle forme contemporanee. Sono emerse tante caratteristiche comuni, almeno quante le peculiarità, le sensibilità, le declinazioni possibili, le problematiche specifiche. Perché progettare in alta quota significa sfidare la montagna, ma con rispetto; assecondarla, ma con personalità; e amarla, senza compromessi. Le 22 opere in rassegna, completate tra il 2010 e il 2016, rappresentano per la giuria il meglio delle progettazioni alpine italiane, e diventano terreno di riflessione sulle attuali pratiche progettuali in ambito alpino. Morfologia, clima, quota, habitat costringono il progetto ad affrontare situazioni dinamiche, contraddittorie, stratificate. Sia esso relativo a temi infrastrutturali, residenziali, museali, ricettivi, scolastici, ricreativi o produttivi. Perché la gamma di realizzazioni presentate nei 246 progetti e condensata nei finalisti in mostra è variegata nelle forme, ricchissima di sfumature, generosa nell’offerta.