Dal 2 al 29 ottobre 2015
Come la tecnica della stampa in chiaroscuro fu in grado di riprodurre, con inedita fedeltà, esemplari grafici e pittorici.
Dal 2 al 29 ottobre 2015
Come la tecnica della stampa in chiaroscuro fu in grado di riprodurre, con inedita fedeltà, esemplari grafici e pittorici.
Le matrici lignee e stampe del maestro inglese, insieme ad altre silografie a più legni, aiuteranno a comprendere la nascita di questa particolare tecnica seguendone le orme dal Cinquecento al Settecento. La così detta 'stampa in chiaroscuro', infatti, consentiva di partire da matrici in legno per ottenere stampe a colori, in grado di riprodurre con inedita fedeltà esemplari grafici o pittorici.
John Baptist Jackson (1701 – 1780 ca) è stato un incisore e stampatore inglese che, in pieno Settecento, ha riportato in auge questa tecnica molto popolare nel Cinquecento italiano e tedesco, ma successivamente sostanzialmente abbandonata. Tale procedimento, avviato in Italia da Ugo da Carpi, che nel 1516 ne chiese al Senato veneziano per applicarlo a esemplari di Raffaello e Parmigianino, consentiva di realizzare stampe a colori, in grado di restituire con grande vivezza luci e ombre degli originali. Nel 1721, ancora a Venezia, fu Anton Maria Zanetti a dare avvio a una nuova fortuna per tale metodo di riproduzione e ancora una volta soggetti preferiti per la riproduzioni furono disegni di Parmigianino, dei quali l’amatore e collezionista veneziano era di recente entrato in possesso. Jackson, dapprima a Parigi, nel 1725, e successivamente a Venezia, dove giunse nel 1731 e dove rimase per 14 anni, si interessò a questa particolare tecnica, avvicinandosi non solo a Zanetti – con cui ebbe delle dispute – ma lavorando per numerosi editori lagunari e soprattutto per il grande collezionista inglese, console Joseph Smith, con l’aiuto del quale portò a termine nel 1745 la raccolta di xilografie da capolavori veneziani intitolata Titiani Vecelli, Pauli Caliari, Jacobi Robusti et Jacobi De Ponte; opera selectiora a Joanne Baptista Jackson, Anglo, Ligno coelata et coloribus adumbrata.
Una delle imprese più significative del suo soggiorno veneziano fu la realizzazione di una stampa in chiaroscuro delle Nozze di Cana di Paolo Veronese, dipinto oggi al Louvre ma allora conservato presso il cenobio benedettino di San Giorgio Maggiore a Venezia. Realizzata nel 1740, rappresenta uno dei più audaci esperimenti della tecnica incisoria del Settecento: di tale impresa al Museo Civico di Belluno si conservano le rare e preziose matrici lignee originali, che vengono eccezionalmente esposte al pubblico insieme ad alcune incisioni realizzate con questa tecnica complessa e capace di risultati di grande forza visiva.
Oltre alla opera di Jackson, silografie di Ugo da Carpi, Nicolò Vicentino, Andrea Andreani, Antonio da Trento, Anton Maria Zanetti, da esemplari, tra gli altri, di Raffaello, Parmigianino, Polidoro da Caravaggio, Guido Reni.