Premio Belluno/Cortina Artista dell’anno 2021
Marcello Jori
a cura di Renato Barilli
Premio Belluno/Cortina Artista dell’anno 2021 Marcello Jori
Il Premio Belluno/Cortina Artista dell’anno, rinato dopo le magnifiche sette puntate dei primi anni duemila, sta seguendo un percorso rovesciato, per cui due anni fa si era rivolto a una coppia di giovani protagoniste, Marinangeli e Placucci.
Poi era stato assegnato a un protagonista della generazione di mezzo, Bruno Benuzzi (1951).
Quest’anno si replica con un suo quasi coetaneo, Marcello Jori (1952), ma i profili dei due artisti non potrebbero essere più diversi.
L'inaugurazione della mostra allestita a Palazzo Fulcis, dopo la proclamazione del vincitore avvenuta a Cartina sabato 7 agosto, si è tenuta a Belluno domenica 8 agosto.
La mostra sarà visitabile fino a domenica 30 agosto, con il seguente orario:
da martedì a venerdì, dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 18.30
sabato, domenica e festivi, dalle 10.00 alle 18.30.
Lunedì (tutto il giorno) e giovedì (pomeriggio): chiuso
Marcello Jori può essere considerato come un grande traduttore da un linguaggio a un altro.
Era partito negli anni ’70 quando era caduto in disgrazia il pennello a vantaggio della fotografia, infatti egli visitava i dipinti dei grandi pionieri del contemporaneo, da Klee a Warhol a Lichtenstein, dando loro una quasi-verità con ricorso alla foto, come trasferendoli dal virtuale al reale. Ma poi aveva pensato che in definitiva pure la fotografia fa uso di viraggi, di inchiostri, e allora aveva lasciato che questi fluissero via dai loro spazi, come strisce policrome, quasi per un ritrovato effetto informale.
Una successiva riflessione ha portato Jori a dirsi che in definitiva al giorno d’oggi le immagini sono costituite di “tessere” che non per nulla sono dette anche “mosaico elettronico”, fatte di minime celle cromatiche, i cosiddetti pixel, picture elements, piccoli diedri da incastrare tra loro, come fossero diamanti, pietre preziose. Infatti, Jori le chiama gioie, e ne costituisce come un prezioso forziere.
Questi pixel, a loro volta, sono pronti a ingrandirsi, determinando tanti diedri, tanti abitacoli, come del resto succede proprio nei nostri televisori, quando l’immagine si sgrana e si muta in una pavimentazione a piastrelle larghe, o almeno, così apparirebbe, a un insetto che si trovasse a zampettare su quel magico lastricato. Però quei diedri possono farsi accoglienti, come ostriche, ospitare al loro interno a loro volta delle immagini.
Da questo momento Jori inverte il suo movimento, tende cioè a ricostruire le forme, e in particolare i profili dei grandi artisti del nostro tempo. Succede come quando cerchiamo di leggere i profili dei monti e di identificarli con persone note. Del resto, Jori è un mago delle arti grafiche, distintosi anche come fumettista.
Nell’ultima delle sue metamorfosi si rivolge addirittura al re di tutti i balocchi, a Pinocchio, ricreandone in mille guise le forme, consentendoci quindi di rituffarci nel paradiso di un’infanzia ritrovata.